Il nostro latte


Il latte fa bene, se è fatto per bene

Recapiti e Orari“Bevete più latte, il latte fa bene, il latte conviene a tutte le età”. Recitava così negli Anni ‘60 un motivetto che oggi torna di moda, grazie ad alcune aziende – tra cui la nostra – che alla logica delle quantità hanno preferito quella della qualità assoluta. Dopo che negli anni le industrie hanno portato questo alimento a essere la brutta copia di sé stesso, ecco che il mercato assiste a un fenomeno di ritorno alle buone pratiche produttive e, attraverso queste, alla rinascita di un piccolo, ma determinato, movimento di allevatori che tornano a produrre il buon latte d’una volta.


Latte industriale? No, grazie!

Le industrie, dicevamo, sono industrie: badano ai fatturati, ai livelli produttivi, ai ricavi, a stimolare la richiesta, e a incrementare le produzioni. Per far questo hanno dapprima sostituito una parte dell’erba con i mangimi, e poi – via via – hanno iniziato a somministrare trinciato di mais integrale addizionato a forti quantità di mangimi. Mangimi concepiti sempre più per aumentare le rese lattee, e sempre meno adatti agli erbivori, con l’unico obiettivo, per l’appunto, dei fatturati, e delle produzioni. Un passo dopo l’altro, sostenuti dalla ricerca genetica, che remava nella stessa direzione, sono arrivati a ottenere dalle bovine da 35 a 50 litri di latte e più per capo, ogni giorno. Una vera follia.

Tutti i giorni in cui il clima lo permette, le nostre mucche pascolano nei prati aziendali che circondano l'azienda. In alternativa buon foraggio a volontà

Le nostre mucche pascolano nei prati dell’azienda. In condizioni climatiche avverse, buon foraggio a volontà

È accaduto così che a pagarne le spese, in termini di salute, siano state dapprima proprio le mucche – che da bravi ruminanti, se potessero parlare, chiederebbero erba e fieno – e poi noi esseri umani, che ci siamo ritrovati a consumare un prodotto sempre più povero di sostanze “nobili” – ovvero nutraceutiche di pregio – e ricco di insidie: dai grassi saturi ai residui di farmaci somministrati agli animali, agli erbicidi applicati alle monoculture di mais. Per non parlare dei danni arrecati all’ambiente dai reflui inquinanti e dai farmaci stessi, veicolati dalle deiezioni.


La nostra riconversione

A noi di Cascina Roseleto è accaduto che, dopo aver patito a lungo quel tipo di situazione (negli Anni ‘80 i tecnici ci convinsero a usare i mangimi), sia cresciuta, giorno dopo giorno, la determinazione a chiamarci fuori da questo gioco perverso. A dire: “Ora basta. Da oggi decidiamo noi come fare!”

Ogni mungitura, nella nostra stalla, è preceduta dalla scrupolosissima pulizia delle attrezzature e delle mammelle

Ogni mungitura, nella nostra stalla, è preceduta dalla scrupolosissima pulizia delle attrezzature e delle mammelle

E così dicendo – e facendo – nel 2010 ci siamo ritrovati a migliorare l’alimentazione delle mucche (eliminando il metodo di alimentazione uniforme tutto l’anno, cosiddetto “unifeed“) e a vedere che in breve tempo – a fronte di una spesa leggermente più alta – il latte tornava ad acquisire un sapore più gradevole. E che a dire il vero non ci era mai piaciuta neanche un po’. Anche perché noi il nostro latte, oltre a produrlo, lo abbiamo sempre portato sulla nostra tavola.

Certo, i costi erano aumentati, e i ricavi diminuiti, anche perché la produzione si era ridotta di molto: dai 35 ai 28 litri per capo al giorno, e talvolta anche 25. Ma il gusto migliorava e migliorava ancora. E con lui la salubrità del prodotto, e la nostra soddisfazione!

A dire il vero, una grossa “mano” nell’intraprendere la nostra nuova strada ce la dette proprio l’industria. Un’industria che il nostro nuovo latte, di gran lunga migliore di prima, continuava a pagarcelo al vecchio prezzo (purtroppo chi compra fa così, e induce i produttori a lavorare di male in peggio). Il passo successivo fu per noi inevitabile: iniziammo a tenere per noi un po’ del prezioso liquido, e provammo a trasformarlo in proprio. All’inizio tanto per fare, poi pensando che valesse la pena di trasformarlo in qualcosa che fosse tutto nostro.


La prima gelateria contadina

Fu così che, superato qualche piccolo scoglio burocratico e organizzativo, il 19 agosto 2009 inaugurammo la nostra prima gelateria, in paese. A Villastellone, 15 chilometri a sud di Torino, in direzione di Carmagnola, una bottega in cui, cono dopo cono, coppetta dopo coppetta, confortati dall’apprezzamento della nostra clientela, trovammo l’ulteriore spinta per migliorarci ancora sino ad arrivare dove siamo arrivati oggi.


La svolta del latte dell’erba

Quella che segue è storia recente: nel febbraio del 2013 venimmo a sapere di un progetto – denominato “latte nobile” – che basa l’alimentazione animale in prevalenza sul fieno, e vi aderimmo entusiasti. Per noi fu una fonte di ispirazione, un punto di partenza, per fare ancora meglio. Nei mesi successivi i 24 ettari di terreno della nostra azienda vennero liberati dalla schiavitù del mais e tornarono ad essere destinati a prato (per il fieno, nelle stagioni avverse) e a pascolo (per l’erba), grazie al contributo dei Proff. Andrea Cavallero e Giampiero Lombardi dell’Università degli Studi di Torino. Perché le bovine – non dimentichiamolo mai! – sono ruminanti, e con erba e fieno debbono essere prevalentemente nutriti

Il Lait Real

Si cambiava così musica, e in maniera radicale: la produzione continuava a diminuire, raggiungendo gli attuali 15-18 litri per capo al dì, e il latte – di giorno in giorno – era sempre più buono. E sempre più giallo.

Il nostro latte fresco, munto due volte al giorno, è sempre disponibile nelle nostre due gelaterie di Torino e Villastellone

Ma questo è un altro aspetto della nostra storia – quello nutrizionale, (il giallo dipende dai carotenoidi, efficaci antiossidanti presenti nell’erba) per molti versi il più importante – che trattiamo in un’altra sezione di questo sito. In essa i nostri lettori potranno trovare tutte le informazioni sui moltissimi pregi (Cla, Omega3, beta-carotene, vitamine, etc.) e i benefici del buon latte dell’erba e del fieno (più che un latte nobile, un Lait Real!) e dei suoi derivati: tanto buoni al palato quanto per la salute di chi li consuma! Buona navigazione quindi, e buon Lait Real a tutti!

Tutti i giorni in cui il clima lo permette, le nostre mucche pascolano nei prati aziendali che circondano l'azienda. In alternativa buon foraggio a volontà

L'azienda in breve

Ventisette bovine di razza Frisona su ventiquattro ettari di pascolo, cinquanta galline libere di razzolare, come [...]

DSCN1170RidWMCRIl valore dell'erba (e del buon fieno polifita)

È importante che i prati contengano almeno quattro diversi tipi di essenze foraggere (graminacee e leguminose).. Di prossima pubblicazione!