La nostra storia


Le origini (dal 1653 d.C. al 19° secolo)

L’aspetto attuale di Cascina Roseleto è frutto di modifiche strutturali eseguite a più riprese dal XVII secolo.

La prima edificazione avvenne nel 1653 per volontà del conte Villa di Villastellone, esponente della piccola nobiltà terriera votata al servizio del Savoia; un suo discendente fu designato gentiluomo di camera del re Vittorio Amedeo II.

Oggi come un tempo, le nostre vacche sono condotte sui pascoli aziendali ogni volta che il meteo ce lo consente

Oggi come un tempo, le nostre vacche sono condotte sui pascoli aziendali ogni volta che il meteo ce lo consente

Alcuni documenti conservati nell’archivio comunale, risalenti alla fine del XVIII secolo, riportano la necessità per i conduttori di allora di fornire “una carretta” per il trasporto dei soldati napoleonici feriti.

Chiusa la fase napoleonica con la Restaurazione, altri lavori interessarono la cascina, in particolare la costruzione di due grandi tettoie in muratura ancora esistenti che, in un cartiglio affrescato sulla parete sud, ricordano la data di costruzione, conclusa nel 1823. Una di queste tettoie è ben visibile su una fotografia del 1907, dove si intravede sulla sinistra anche la vecchia stalla col fienile, mentre in primo piano erano in posa la famiglia Cavallero, conduttrice della cascina, con i proprietari del tempo, una ricca famiglia della borghesia torinese.


Il 20° secolo

Tra le due guerre la cascina venne acquistata da un industriale che avviò una importante fase di ristrutturazione e edificazione ex novo. Demolì quasi tutti gli edifici presenti, mantenendo in piedi le sole tettoie del 1823, ricostruendo tutto il fronte nord seguendo dettami costruttivi all’avanguardia in fatto di edilizia rurale. Edificò quindi tutto il fronte sud con tettoie e con due abitazioni poste nelle torri e chiuse sui lati est e ovest con un muro di recinzione interrotto a ovest dal pollaio. Grande amante dei piaceri della tavola, l’industriale era incline a frequenti “scappate” da Torino per rifugiarsi al Roseleto e soddisfare la sua golosità.

Durante gli anni del ventennio fascista il nome della cascina, da sempre indicata nelle mappe come Roüsley, venne italianizzato in Roseleto. Inutile dire che nel dialetto piemontese si continua a utilizzare il vecchio nome, che subisce addirittura variazioni di pronuncia tra Villastellone, Santena e Poirino.

 

per approfondire: L’azienda in breve MasERA

DSCN1170RidWMCRIl valore dell'erba (e del buon fieno polifita)

È importante che i prati contengano almeno quattro diversi tipi di essenze foraggere (graminacee e leguminose).. Di prossima pubblicazione!