La Repubblica parla di noi, delle nostre mucche e di prodotti “da standing ovation”

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Mercoledì 21 giugno scorso il quotidiano La Repubblica ha scritto di noi, delle nostre mucche e del nostro lavoro, trattando di buon cibo, e di salute. Lo ha fatto concludendo un articolo dedicato alle produzioni estensive – quelle da animali al pascolo – raccontando della loro superiorità rispetto a quelle intensive e industriali.

L’articolo, intitolato “Carne sì, ma più sana: riapriamo le stalle e ripristiniamo i pascoli”, racconta senza mezzi termini che è arrivato il tempo di “riaprire le stalle e ripristinare i pascoli azzerati dalle monoculture di mais”. Poi la sua autrice, Licia Granello, prosegue raccontando che “quando l’ha fatto Claudia Masera, giovane allevatrice della campagna torinese con laurea in storia contemporanea, il primo giorno le mucche non volevano abbandonare l’unico posto che conoscevano. Il secondo giorno, in compenso, si è sfiorato il dramma: aperte le porte, hanno cercato di uscire tutte insieme, e per una settimana non c’è stato verso di farle rientrare. Oggi in stalla ci vanno per dormire, o ripararsi da sole e pioggia. Naturalmente i prodotti delle mucche felici di Claudia sono da standing ovation”.

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Le parole di Licia Granello su La Repubblica a proposito del nostro lavoro: un riconoscimento che ci riempie di orgoglio

Un riconoscimento del genere ci riempie d’orgoglio, potete immaginarlo, come i complimenti e le attenzioni al nostro lavoro, che si fanno via via più frequenti col passare del tempo. Come le recensioni sulle guide e gli apprezzamenti della clientela vecchia e nuova.

La sensazione è che la sensibilità dei consumatori sui temi della qualità del cibo, stia crescendo, anche grazie ad articoli come questo. Lo si avverte parlando con i clienti più attenti ed informati, quelli che hanno finalmente capito che nel cibo c’è la salute. O anche no, a seconda di come è stato prodotto.

Ci sembra così remoto, ora, il tempo in cui ci sentivamo un po’ dei visionari, portando avanti questo nostro sogno. A pensarci bene son passati appena quattro anni da quando – grazie al supporto dell’Università di Torino (Proff. Andrea Cavallero e Giampiero Lombardi) demmo concretezza a questa nostra svolta, riconvertendo i terreni aziendali da coltura intensiva di mais ad erba. Affrancando così i nostri animali dalla schiavitù della stalla e del pollaio, e liberandoli nei prati aziendali.

Abbiamo parlato di orgoglio, sì, ma c’è qualcos’altro che proviamo adesso, ed è il senso pieno di essere nel solco del cambiamento, un solco che abbiamo contribuito a tracciare, assieme ad altre aziende orientate alle produzioni naturali, rispettose degli animali e dell’ambiente, impegnate a far sì che la qualità del cibo – oltre ad essere un bel concetto, sia carica di valori e di salute, che quotidianamente portiamo e porteremo in tavola.

Concludendo, un grazie di cuore va da tutti noi a Licia Granello, per la stima che ripone nel nostro operato e per la divulgazione che propone ai suoi lettori. Un ringraziamento infine a ciascuno dei nostri clienti, per la fiducia e l’apprezzamento verso i nostri prodotti che giorno dopo giorno si rinnova attraverso i loro acquisti.

Claudia Masera

Villastellone, 6 luglio 2017

P.S.: l’articolo in oggetto è raggiungibile cliccando qui

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